L’evoluzione cognitiva: Homo Sapiens, Homo Technologicus e Homo Cyberneticus

Nel corso del tempo, l’essere umano ha mostrato un’evoluzione notevole che ha portato alla “comparsa” di nuove entità morfologiche definite dalla ricerca come l’Homo Technologicus e l’Homo Cyberneticus. Queste forme rappresentano fasi successive nell’integrazione tra l’essere umano e la tecnologia, mostrando un’evoluzione cognitiva specializzata.

L’Homo Sapiens è la forma umana moderna, caratterizzata da una notevole complessità cognitiva che include capacità di ragionamento avanzato, linguaggio complesso, cultura e tecnologia. La capacità di apprendere, adattarsi e comunicare è stata essenziale per la sopravvivenza e la prosperità della specie umana nel corso della storia. L’Homo Sapiens è in grado di creare strumenti e manipolare l’ambiente circostante, dimostrando un elevato grado di intelligenza.

Con l’avanzare della civiltà e lo sviluppo tecnologico accelerato, l’essere umano è entrato in un’era in cui la tecnologia è divenuta parte integrante della vita quotidiana. L’Homo Technologicus è un individuo inextricabilmente legato alla tecnologia. Questa forma umana caratterizza l’era moderna, in cui la vita umana e la tecnologia sono strettamente intrecciate. Gli individui si affidano alla tecnologia per le comunicazioni, l’informazione, il lavoro e l’intrattenimento. Questa relazione simbiotica con la tecnologia ha profonde implicazioni sulle modalità di pensiero e sull’evoluzione cognitiva dell’essere umano.

L’Homo Cyberneticus rappresenta la forma umana più avanzata nell’integrazione con il mondo cibernetico. L’essere umano si fonde con il cyberspazio e la tecnologia cibernetica, diventando parte integrante di esso. Gli individui hanno un rapporto diretto con il mondo digitale, influenzando e contribuendo attivamente ai sistemi cyber-fisici. Questi sistemi includono robot, città intelligenti, dispositivi medici impiantabili e veicoli autonomi. Gli Homo Cyberneticus sono parte fondamentale del controllo e dell’evoluzione di tali sistemi, dimostrando una notevole espansione delle capacità cognitive e una profonda fusione tra mente umana e intelligenza artificiale.

Una ricerca pubblicata sul Cambridge Archaeological Journal potrebbe essere efficace per spiegare questa evoluzione cognitiva. La teoria dell’evoluzione umana chiamata cognizione complementare suggerisce che nell’adattarsi a drammatiche variabilità ambientali e climatiche i nostri antenati si sono evoluti specializzandosi in modi di pensare diversi, ma complementari.

Definizione di Cognizione Complementare
La Cognizione Complementare è la teoria secondo cui la nostra specie si adatta ed evolve in modo cooperativo attraverso un sistema di ricerca cognitiva collettiva.
Si ipotizza che la Cognizione Complementare sia emersa come conseguenza della specializzazione neurocognitiva individuale nella ricerca e della coevoluzione con il linguaggio e gli aspetti della cooperazione.
La ricerca cooperativa tra individui specializzati consente la co-creazione di adattamenti di maggiore valore di fitness. Questo non implica che gli individui svolgano attività esplorative o di sfruttamento in modo esclusivo, ma piuttosto che siano specializzati in modo tale da differire per quanto riguarda le capacità neurocognitive che supportano la ricerca e il bilanciamento della ricerca delle informazioni. La Cognizione Complementare può essere contestualizzata come parte di una gerarchia di sistemi attraverso cui la nostra specie si adatta ed evolve, inclusa l’evoluzione genetica.
La Cognizione Complementare si è evoluta a causa dell’alta variabilità ambientale durante l’evoluzione della nostra specie, che ha creato forti pressioni selettive per la capacità di ricerca cognitiva e l’efficienza.
La Cognizione Complementare contribuisce alla nostra comprensione della modernità comportamentale e dell’emergere dell’evoluzione culturale cumulativa.


I ricercatori sostengono che le capacità di ricerca cognitiva complementare siano fondamentali per capire come la nostra specie si adatta ed evolve. L’essere umano si impegna nella ricerca di nuove risorse nel mondo fisico e nella ricerca di memorie interne per determinare l’approccio migliore in una determinata situazione. I nostri antenati ominidi dovevano confrontarsi con un mondo in rapidissimo cambiamento, a volte nell’arco della vita di un individuo, era necessario un adattamento comportamentale di tipo cogitativo e questo adattamento veniva determinato dal fatto che gli individui e i gruppi si trovano continuamente di fronte al dilemma se perseguire azioni che sfruttano le informazioni esistenti, ma forse non ottimali, o esplorare soluzioni incerte ma potenzialmente più redditizie.

I ricercatori descrivono come un cervello generalizzato come quello dell’homo sapiens raggiunga un limite nella sua capacità di ricerca e nella sua efficienza. Al di là di questi limiti, l’unico modo per aumentare la capacità è la specializzazione e quindi ipotizzano che in quella fase deve essersi verificata una divisione del lavoro nel contesto di un gruppo cooperativo. Affinché questa cooperazione abbia luogo, deve essersi sviluppato contemporaneamente anche il linguaggio. L’esplorazione in gruppo è vantaggiosa in vari modi, tra cui: efficienza significativamente migliorata, aumento globale delle capacità, mitigazione dei rischi a livello individuale e di gruppo, e possibilità di combinare diverse strategie di ricerca. Gli autori ci offrono quindi una spiegazione della specializzazione neurocognitiva e mostrano come questa sia stata fondamentale per la sopravvivenza e l’adattamento dell’uomo. La neurodiversità è essenziale per il successo del gruppo e per l’evoluzione e l’adattamento a nuove dimensioni, come quella presente e futura.

Nell’attuale rivoluzione digitale, l’essere umano si trova di fronte a una nuova sfida evolutiva, quella dell’adattamento alle profonde trasformazioni portate dalla tecnologia e dalla connettività digitale. Le risorse cognitive che un tempo garantivano la sopravvivenza ora devono essere riadattate e riorientate per affrontare un mondo dominato dalla tecnologia dell’informazione. La capacità di elaborare enormi quantità di dati, di discernere l’attendibilità delle fonti e di navigare nell’iperconnessione informativa rappresentano nuove competenze fondamentali. Tuttavia, questa sovrabbondanza di informazioni può comportare anche una sovraccarico cognitivo e decisionale, con l’individuo che deve discernere tra ciò che è rilevante e ciò che è superfluo, tra verità e disinformazione. L’adattamento comportamentale in questo scenario richiede una continua evoluzione delle abilità di pensiero critico e di discernimento, oltre a una capacità di adattarsi agilmente a nuovi sviluppi tecnologici e sociali. La sfida consiste nel bilanciare la potenza delle risorse cognitive umane con le necessità e le sfide di un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso.

L’evoluzione da Homo Sapiens a Homo Technologicus e infine a Homo Cyberneticus rappresenta un progressivo aumento nell’integrazione tra l’essere umano e la tecnologia, interazione costante e la dipendenza dalla tecnologia influenzano la struttura e le funzioni del cervello umano. L’adattamento a un mondo sempre più tecnologicamente avanzato richiede nuove capacità cognitive, nuovi strumenti di supporto quali l’Intelligenza Artificiale parte anch’essa dello sviluppo cognitivo complementare.

Paola Giannetakis

Letture di approfondimento

The Evolution of Complementary Cognition: Humans Cooperatively Adapt and Evolve through a System of Collective Cognitive Search

Taylor, H., Fernandes, B., & Wraight, S. (2022). The Evolution of Complementary Cognition: Humans Cooperatively Adapt and Evolve through a System of Collective Cognitive Search. Cambridge Archaeological Journal, 32(1), 61-77. doi:10.1017/S0959774321000329