Macchine intelligenti, intelligenze superiori e miti

L’Intelligenza Artificiale (IA) promette grandi benefici, il suo possibile impiego in campi fondamentali per la vita umana e del pianeta può davvero coadiuvare e migliorare la nostra esistenza, alcuni tuttavia intravedono un pericolo significativo, in primis, ci si domanda quali sono i rischi associati a questa nuova tecnologia. Potremo controllarla e limitare lo sviluppo di prodotti che potrebbero causare potenziali disastri? Ci stiamo avvicinando al punto in cui le macchine saranno così intelligenti da decidere che non abbiamo più bisogno di noi? Da sempre l’uomo ha immaginato la creazione di entità superiori per intelligenza e capacità. È possibile che abbiamo avviato un processo che porterà alla fine della razza umana? Allo stesso tempo l’uomo eveolve se stesso, si modifica e continuerà a farlo. Solo circa un quarto di milione di anni fa, da qualche parte nell’Africa centrale, si creò una nuova mutazione di una nuova specie che chiamiamo Homo Sapiens. Uno dei principali vantaggi era un volume cerebrale maggiore, che si rifletteva in un’intelligenza superiore. Il processo evolutivo portò la nuova “macchina” a conquistare gradualmente il mondo, riducendo il numero, e addirittura portando alla scomparsa, delle “macchine” più vecchie (come l’Homo Erectus o l’uomo di Neanderthal). Anche noi siamo “macchine”, siamo anche macchine che imparano. Il nostro comportamento non è dettato solo dal software interno con cui siamo nati, il DNA, ma anche dall’esperienza che raccogliamo nella nostra vita, dall’ambiente in cui viviamo e ci sviluppiamo, questo è quello che ci rende quelli che siamo.

La fascinazione per sistemi superiori dotati di capacità increbili caratterizza molti uomini, quantomeno tutti coloro che amano immaginare che l’uomo non abbia limiti. Nel corso della storia, l’umanità ha nutrito questo desiderio attraverso l’immaginazione, con racconti di esseri o miti superiori che possiedono abilità straordinarie. Anche nell’antica Grecia, si può trovare un esempio di tali narrazioni nella figura di Talos. Secondo la mitologia greca, Talos era un essere artificiale creato dal dio Hephaestus. Questa creatura di bronzo animata era dotata di forza sovrumana e proteggeva l’isola di Creta, circondandola tre volte al giorno per scacciare gli invasori.

Il mito di Talos rappresenta un’interessante riflessione sulla possibilità di creare entità artificiali con capacità superiori agli esseri umani. Sebbene questa narrazione mitica non rappresenti una concezione diretta di intelligenza artificiale come la intendiamo oggi, è un’illustrazione delle antiche speculazioni sull’esistenza di creature artificiali con poteri straordinari e sulla capacità dell’uomo di poterle creare.

Paola Giannetakis